Passione

Aforismi

Giuseppe Rensi

Che cos'è il tuo io? Quel gruppo di interessi e moventi di cui è riempito. Interessi economici, ricchezza, coltivazione, scienza, arti, fama. Sopravviene la morte. Tutto ciò, ossia tutto il tuo io, sfuma, come la fiamma d'una candela soffiata, come una bolla di sapone bucata.
Da trenta secoli si "dimostra" Dio, e non solo ancora non ne sono persuasi tutti, ma anzi i non persuasi sono cresciuti di numero. Ciò non vi dice nulla?
Di colui che non crede nella transustanziazione, nella divinità e nella resurrezione di Cristo, nella Vergine e nei Santi, si dice da tutti "non crede; è pazzo!". Il non accettare la pazzia creduta da tutti, ciò appunto diventa pazzia.
Dio e il Nulla sono sinonimi.
L'ateismo è una religione; perché l'essenza di questa sta nel preoccuparsi della realtà ultima, nel pensiero diretta a questa, in una affermazione intorno a questa nella quale sentiamo di racchiudere il nostro maggiore interesse mentale, e, quasi a dire, di porre in giuoco o decidere il nostro destino.
La credenza nell'immortalità umana è il più scandalosamente piatto e ridicolo prodotto della concezione antropomorfica. Se credi, se sai, se vedi, che una formica, un gatto, un cane, quando morti sono distrutti per sempre, quale enorme sciocchezza credere che avvenga diversamente per l'uomo.
La religiosità e il vizio, insieme, sono l'indice che la vita sociale è diventata così triste e cattiva da non essere più tollerabile e da richiedere quindi una forma di stordimento, lo stupefacente vino o cocaina, o la stupefacente religione, che giovi a farci deviare l'attenzione da essa e a farci riporre, in un modo o nell'altro, fuori di essa, il fondamento d'ogni nostra possibile contentezza.
Negare l'ateismo è cadere nell'allucinazione, nella pazzia, nella mentalità crepuscolare dei bambini e dei selvaggi, incapaci di distinguere l'è dal non è.
Occorre limitarsi a sorridere bonariamente della superstizione saldamente regnante che c'è, senza indignarsi né sforzarsi di combatterla, consci che ciò sarebbe inutile, perché la vita dell'umanità non ha mai dato altro spettacolo che questo: una ridicola superstizione dall'immensa maggioranza ravvisata con assoluta certezza e ardente intolleranza come l'evidente realtà.
Ogni religione è dimostrata falsa dalla stessa religione; cioè o dalla religione successiva o da altre contemporanee. Tutte dunque sono false.
Proprio quando leggo qualche formidabile e inconfutabile dimostrazione dell'esistenza di Dio, mi sento sicuro che non esiste. Ma guarda un po' se è possibile che la certezza della sua esistenza dipenda dalla tua dimostrazione; se è possibile, cioè, che, qualora esistesse, ci fosse bisogno che tu lo dimostrassi!
Si finisce con l'avere la sensazione disperatamente netta e sicura che la vita non è se non la corsa verso un abisso, senz'ancora che possa trattenere, senza alcuna seria speranza di trovare nel fondo di esso qualsiasi forma di salvezza, senza che nulla valga la pena di fare, poiché tutto si cancella e si distrugge. Puro e semplice precipitare in un vuoto.
Solo l'ateismo è puro e pio, solo l'ateismo è la grande, vera religione.
Talvolta si vorrebbe poter sputare fuori la propria vita come un boccone troppo disgustoso; o scrollarla giù dalle spalle come un carico troppo pesante; o stracciarla e gettarla nel cestino come un romanzo che annoia o non piace o disgusta.
Tutto si cancella e si distrugge. Puro e semplice precipitare in un vuoto.
Vuoi la pace? L'hai, ma con la morte. Vuoi la "vita"? L'hai, ma con l'irrequietezza, la fluttuazione continua tra mancanza e sazietà, tra contento e malcontento, tra gioia e dolore: l'hai, cioè, col tormento. La pace è la morte. La vita è il tormento.